Come l'alta marea by Clive Cussler

Come l'alta marea by Clive Cussler

autore:Clive Cussler [Cussler, Clive]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi
pubblicato: 2021-10-31T23:00:00+00:00


29

Nagasaki

Nagasaki era racchiusa tra le montagne e l’oceano all’estremità occidentale del Giappone. Poiché lo spazio per permettere alla città di espandersi in larghezza scarseggiava, i suoi quartieri erano stati distribuiti sui pendii delle montagne e si guardavano dai lati opposti di una stretta baia.

Proprio in virtù di quella conformazione geografica, Nagasaki appariva come una città compatta in cui si respirava un’aria d’altri tempi, un po’ come San Francisco. La sensazione era amplificata dal movimentato porto e dall’alto ponte sospeso verniciato di arancio che collegava i due lati della baia.

Kurt, Joe e Akiko giunsero in città a bordo di un’altra auto presa dalla collezione di Kenzo, una Nissan Skyline GT-R a quattro porte del 1972. Pur essendo una delle prime vere macchine di alta gamma prodotte nel Paese, era davvero spartana in confronto alla Bentley.

«Si potrebbe pensare che quanto a mezzi di trasporto stiamo facendo come i gamberi», osservò Joe dal sedile posteriore. «Ma io credo di preferire questa alla Bentley.»

Akiko, al posto del passeggero, si girò verso Joe. «Sono felice che sia di tuo gradimento. Questa è la prima auto che ho restaurato per il maestro Kenzo. È stato un atto d’amore.»

«Le linee sono classiche e al tempo stesso aggressive. Proprio come piace a me.»

Kurt alzò gli occhi al cielo e imboccò la rampa che portava al ponte. «Sarebbe andata bene anche un’auto a noleggio. Almeno avremmo avuto un impianto di riscaldamento più decente.»

Akiko scosse la testa. «Le auto a noleggio sono troppo automatizzate. Lo sapete che le case automobilistiche ne seguono gli spostamenti usando la radiofrequenza e i segnali dei sistemi GPS? Non hanno bisogno del LoJack o di altri sistemi dedicati per tenere le loro macchine sotto controllo. E molte delle auto più recenti sono dotate di sistemi di controllo a distanza. Il motore può essere spento in qualsiasi momento tramite un computer.»

Kurt sorrise. C’era qualcosa che gli scaldava il cuore nelle teorie complottiste. «Probabilmente a noi non succederebbe, visto che Rudi paga sempre i conti della carta di credito. Ad ogni modo, non vogliamo sorprendere nessuno alle spalle. Il nostro piano è di parlare con Walter Han faccia a faccia.»

«E come hai intenzione di procedere?» chiese Joe.

«Andrò dritto da lui a chiedergli aiuto.»

Kurt non aggiunse altro. Imboccarono l’Hirado Bridge, attraversarono la baia di Nagasaki e poi proseguirono verso un enorme stabilimento situato lungo la banchina. Lo scintillante complesso occupava quaranta ettari di terreno e sembrava più il quartier generale futuristico di una civiltà avanzata che una fabbrica. Tra gli edifici di cemento disposti in modo geometrico come in un campus universitario si trovava un giardino di sculture con tanto di sentieri e ruscelletti d’acqua placida. Dietro la fabbrica si intravedeva una pista per il collaudo di veicoli automatici, con tortuose curve compensate da un lungo rettilineo che correva parallelo alla riva.

«Questo è il nuovo stabilimento di Han», spiegò Kurt. «Posseduto e gestito dalla sua azienda, la China-Nippon Robotics, una joint venture con un gruppo di facoltosi investitori giapponesi. L’inaugurazione è prevista per oggi con la prima di due grandi cerimonie.



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